La Cassazione tra quantificazione del c.d. “danno morale soggettivo” e vizio di motivazione apparente

di L. Nardi -
Con l’ordinanza n. 27723 depositata il 25 ottobre 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso proposto da una lavoratrice, vittima di molestie sessuali perpetrate da due superiori gerarchici e culminate nello stupro da parte di uno dei due, avverso la sentenza della Corte di Appello di Genova originata da un precedente ricorso in cassazione. All’esito di quest’ultimo, la Suprema Corte aveva infatti cassato con rinvio l’impugnata pronuncia della Corte territoriale poiché essa, pur condannando i datori di lavoro – in quanto oggettivamente responsabili per i fatti illeciti commessi dai propri dipendenti (art. 2049 c.c.) – a risarcire il danno biologico, non aveva liq. . .